Avvertenza: per la corretta interpretazione di alcuni "Pensieri di M0r94n" è indispensabile utilizzare il criterio "non tutto è come appare a prima lettura".
+ Ore 18:30, stanco e distrutto da sonno, fame e fastidi umorali vari sto tornando alla Base. Apro il portone e mentre mi dirigo verso l'ascensore incontro 2 bambini vestiti a "festa" con in mano 2 sacchetti di plastica, presumibilmente per raccogliere caramelle. Io passo loro vicino e li guardo, mentre il più grandicello dei due appare dubbioso sull'opportunità di chiedermi "Dolcetto o scherzetto?" mentre sto parlando al telefono. Decide di provarci, e riceve un disarmante (ed anche un pò triste): "Ragà, mi dispiace ma non c'ho niente. Non é serata". Passo loro affianco e vado avanti per la mia strada. Mi fermo nell'attesa dell'arrivo dell'ascensore, e sento che i due piccoletti parlottano tra di loro per decidere se venirmi dietro o no. Io continuo a parlare al telefono, e nel frattempo sento che mi si avvicinano. Faccio finta di nulla e li sento metre si dicono: "Niente dolcetto, allora scherzetto". Sento che lanciano qualcosa per terra, e con aria disinvolta butto l'occhio alla ricerca di quel qualcosa lanciato per terra. Vedo una specie di mostriciattolo a faccia in giù, intuisco che si tratta di qualche personaggetto moderno. Sento che uno dice all'altro: "Oh no, non si é impaurito! Riprendilo!". A quel punto mi giro, sono troppo curioso di vederli, e li trovo lì, con 2 pupazzetti colorati in mano che mi scagliano sui piedi. A quel punto ho dovuto recitare, fingendo spavento per quella azzardata manifestazione di disaccordo giovanile nei miei confronti. Chiedendo informazioni sulle bestiole di plastica che mi sono visto arrivare sui piedi, loro mi hanno spiegato che si tratta dei Gormiti. Già, i Gormiti... questi personaggi moderni di cui conosco soltanto il nome ma ne ignoro le fattezze estetiche... Probabilmente stanotte mi tormenterò nel pensare e ripensare che non li conosco, ma almeno una parte di me riposerà nella soddisfazione di aver fatto credere a quei bambini che mi hanno fatto paura :)
+ La notizia del giorno: «L’effetto del tracollo di Lehman Brothers non sarà indolore per l’Italia. L’esposizione per gli investitori italiani (tra titoli detenuti da privati e fondi comuni) è di quasi due miliardi di euro, secondo una stima del ministero dell’Economia. Mentre sul fronte assicurativo, stando ai dati della Banca d’Italia, ammonterebbe a 1,27 miliardi l’entità delle polizze esposte al rischio di insolvenza perché collegate a vario titolo a Lehman. Altra questione delicata è quella degli enti previdenziali che hanno investito in misura diversa in prodotti Lehman. I risultati dell’indagine svolta nelle scorse settimane dal Nucleo di valutazione della spesa previdenziale non mostrano una situazione disperata: l’ammontare degli investimenti in prodotti Lehman da parte degli enti previdenziali è pari allo 0,45 per cento. In termini assoluti si tratta di 150 milioni su un patrimonio totale di 33,3 miliardi. A chiedere conto della situazione di alcuni enti previdenziali è un’interrogazione presentata dal deputato dell’Udc Amedeo Ciccanti. Tra le casse previdenziali tre sarebbero quelle più esposte, secondo l’interrogazione: Enasarco (l’ente previdenziale degli agenti e dei rappresentanti di commercio), Enpacl (Ente nazionale previdenza e assistenza consulenti del lavoro) ed Eppi (Ente previdenza periti industriali). Ciascuno di questi enti ha comunicato il possesso delle obbligazioni strutturate Anthracite Rated Investments Limited emesse dalla stessa Anthracite, società autonoma rispetto a Lehman. Pertanto i suoi attivi non possono essere inseriti nella massa fallimentare di Lehman. Ciononostante queste obbligazioni erano garantite dalla banca d’affari americana fallita, tanto che Enasarco ha deciso di far subentrare una controparte più solida. La scelta è ricaduta su Credit Suisse. Tutto nasce con l’acquisto da parte di Enasarco di questa obbligazione da 780 milioni di euro “derivante dall’operazione di ristrutturazione del portafoglio iniziata durante il commissariamento e finalizzata nel mese di novembre 2007”, sottolinea la fondazione. Con il trasferimento immediato della titolarità dell’obbligazione Anthracite a Credit Suisse, la banca elvetica potrà effettuare la chiusura di tutti i rapporti contrattuali esistenti in capo ad Anthracite con le controparti del gruppo Lehman e con i terzi. In questa fase Credit Suisse fornirà una garanzia del capitale a scadenza a condizioni analoghe a quelle precedentemente offerte da Lehman. In una seconda fase proseguirà la selezione delle banche che effettueranno la vera e propria ristrutturazione dell’investimento”, si legge in una nota di Enasarco. Resta il discorso sull’opportunità per un ente previdenziale di investire (anche se in quantità tutto sommato modeste) in prodotti strutturati caratterizzati da alto rischio e volatilità. Inoltre, secondo le indiscrezioni raccolte dal Foglio, in Credit Suisse avrebbero trovato lavoro due manager Lehman che hanno seguito il collocamento dell’obbligazione a Enasarco. Restano in attesa di risposta alcune domande: a quanto ammonti l’investimento in hedge fund che le tre Casse hanno sottoscritto attraverso il sistema di copertura Anthracite Rated Investments Limited, se siano negoziati e quale sia il loro valore attuale rispetto all’investimento iniziale. Nell’interrogazione parlamentare spuntano altre questioni. Si chiede se i responsabili della Lehman Brothers Italia abbiano “usato tutte le accortezze necessarie affinché gli investitori potessero valutare la rischiosità dell’investimento e se i responsabili della banca abbiano spiegato e scritto quali commissioni dirette ed indirette gravano sull’investimento”. E se, inoltre, il governo sia a conoscenza dell’eventuale “interesse della Lehman Brothers nel proporre l’investimento, visto che si parla sempre solo della garanzia del capitale e quanto questa sia costata”».
+ La frase del giorno: «Oh ,no! Non si é impaurito!» (uno dei bambini travestiti).
+ La notizia del giorno: «Milano 2003: dopo una vita spesa a lavorare in una Asl, Rosa Brambilla riscuote la sua sudata liquidazione. Si reca alla filiale meneghina della Banca di Roma, poi assorbita in Unicredit, per depositare il suo denaro e decidere la migliore forma di investimento. Al consulente della banca spiega che vuole andare sul sicuro. Le vengono proposte due polizze assicurative 'index linked' denominate Performance 06 e Progetto Atlantic bond 2. La proposta è allettante: le viene assicurato un rendimento annuale superiore a quello dei Bot e garantita la restituzione dell'intero capitale nel febbraio 2009. Rosa investe 95 mila euro pensando di avere messo al sicuro la vecchiaia. Le due polizze si rivelano invece la sua rovina: garantite da bond della banca d'affari Lehman Brothers si trasformano in carta straccia quando lo scorso settembre l'istituto Usa va in default. È a quel punto che Rosa capisce di avere perso i risparmi di una vita intera. Come Vito Angelillo, impiegato Telecom di Torino, che lo scorso anno si è lasciato convincere dagli impiegati della sua banca a investire 5 mila euro in una polizza Cba Vita, società assicuratrice del gruppo Banca Sella. Racconta Angelillo: "Gli impiegati mi parlarono di una polizza con scadenza 2013 che mi garantiva un rendimento annuo del 4,5 per cento. Pensavo di avere fatto un affarone. Solo quando mi hanno telefonato qualche settimana fa per informarmi del crollo di Lehman ho capito di essere stato fregato. Altro che assicurazione, mi avevano venduto un prodotto del tutto diverso senza informarmi dei rischi che correvo. Per questo adesso rivoglio indietro i miei risparmi, anche a costo di ricorrere in tribunale". Compagnie assicurative all'erta: sono tanti gli investitori titolari di polizze index linked garantite da obbligazioni Lehman Brothers e che, bruciati dal crollo della banca d'affari americana entrata in amministrazione controllata (chapter 11) lo scorso 15 settembre, stanno bussando alla porta delle associazioni che tutelano i diritti dei risparmiatori. Associazioni agguerrite come Adusbef, Confconsumatori, che si apprestano ora a scendere sul sentiero di guerra intimando agli assicuratori di restituire i soldi delle polizze se non vogliono finire in tribunale. Quante sono le polizze garantite da Lehman Brothers? E quali compagnie assicurative le hanno vendute? Sul numero e sul valore delle polizze sottoscritte, dal giorno del crac Lehman c'è stato un vero balletto di dati. Il 25 settembre, ascoltato dalla commissione Finanze della Camera su richiesta del deputato del Pdl Amedeo Laboccetta, Giancarlo Giannini, presidente dell'Isvap, l'autorità per la vigilanza sulle assicurazioni private, aveva parlato di una esposizione modesta delle imprese assicuratrici italiane verso Lehman: 1,1 miliardi di euro. Il 10 ottobre, grazie a una stima del ministero dell'Economia, la somma saliva a 1,27 miliardi. La verità? Secondo una nuova ricognizione dell'Isvap, i cui risultati 'L'espresso' ha potuto visionare, la cifra a metà ottobre è già salita a 1,9 miliardi per 111 mila polizze. Ma potrebbe ancora lievitare. Chi risulta più esposto con prodotti Lehman Brothers? Al primo posto della graduatoria (vedere tabella in alto a destra) c'è Cnp UniCredit Vita, compagnia partecipata da UniCredit Group, con 576 milioni di euro e 29 mila polizze sottoscritte; quasi il doppio della posizione fatta registrare da Novara Vita (gruppo Banca popolare di Novara) con 290 milioni di euro e quasi 17 mila polizze; al terzo posto c'è Unipol assicurazioni, che attraverso sette prodotti diversi è riuscita a fare sottoscrivere oltre 13 mila contratti per 206 milioni di euro. Seguono Poste Vita (35 mila polizze per 183 milioni), Zurich life insurance Italy (136 milioni) e Mediolanum: le polizze fatte sottoscrivere da questa compagnia sono oltre 9 mila per 118 milioni di euro (ma la compagnia ha già denunciato un valore delle polizze di 213 milioni). C'è da dire, però, che non sempre il peso della 'garanzia' della banca d'affari fallita sul singolo prodotto assicurativo arriva al 100 per cento, ma varia fino a toccare un minimo del 13 per cento nel caso di un prodotto Unipol. Nel complesso, sono 23 le compagnie coinvolte nel ciclone Lehman, che adesso rischiano di ritrovarsi sotto il fuoco incrociato delle associazioni dei consumatori. "Siamo pronti a citare in giudizio tutte le assicurazioni che hanno venduto questi prodotti", annuncia Ennio Lannutti, presidente dell'Adusbef e senatore dell'Italia dei valori: "Le polizze legate a Lehman Brothers erano ad alto rischio, loro le hanno invece vendute a investitori inconsapevoli". Una tesi cavalcata anche da Confconsumatori: "Tutti i casi che abbiamo sinora esaminato", spiega l'avvocato Emilio Graziuso, responsabile nazionale del settore credito dell'associazione, "vedono coinvolta gente priva delle conoscenze finanziarie necessarie a capire la natura della polizza index linked, i meccanismi della stessa e i rischi connessi. Ma il fatto più grave è che queste polizze sono state prospettate al momento dell'acquisto come arcisicure polizze vita a capitale garantito, senza rischio alcuno". Che la tempesta stesse per scoppiare, rinfocolando le polemiche sul risparmio tradito sollevate negli scorsi anni dalle vicende dei bond argentini e del crac Parmalat ("È scandaloso che questi prodotti assicurativi siano stati venduti pur sapendo dei problemi di Lehman", rincara Laboccetta), lo ha capito il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, proprietario con Ennio Doris di Mediolanum: la scorsa settimana la compagnia assicurativa del Cavaliere ha annunciato di essere pronta a rimborsare interamente i sottoscrittori. Una linea seguita solo da poche altre assicurazioni, come Unipol (è stata lei ad aprire il fronte), Bcc Vita del gruppo Iccrea, e Fondiaria-Sai (quest'ultima ha annunciato il congelamento delle polizze e la restituzione del denaro nel 2010) e che ha permesso a Berlusconi di smarcarsi dalla schiera di coloro che rischiano seri danni di immagine sostenendo di non dovere rimborsare alcunché. Secondo l'Ania, che le polizze contenessero una componente di rischio era infatti chiaro ai sottoscrittori puntualmente messi al corrente dalle compagnie con i prospetti informativi. Nessuna 'disinvoltura', dunque, nel vendere polizze che godevano anche di una elevata affidabilità creditizia. La garanzia del rimborso dei prodotti era in capo a Lehman, emittente dell'obbligazione sottostante. E Lehman, persino a settembre, nei giorni in cui chiedeva la procedura fallimentare, godeva di valutazioni delle agenzie di rating come Fitch, Standard & Poor's e Moody's assolutamente lusinghiere e inferiori solo a quelle del governo degli Usa e di pochissimi altri paesi. Tutto a posto, dunque? No, secondo Lannutti, duro anche con l'Ania (la vuole portare in tribunale per non avere vigilato sull'operato delle compagnie), ma soprattutto con le società di rating: "Citeremo anch'esse in giudizio", annuncia: "Le scandalose valutazioni attribuite a Lehman si spiegano solo con i rapporti incestuosi intrattenuti con banche e assicurazione sulle quali emettono giudizi a pagamento. E questo ha certamente contribuito a trarre in inganno i risparmiatori"».