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 PENSIERI DI FEBBRAIO 2010 

M0r94n Benvenuti nell'Archivio Blog di M0r94n.

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Avvertenza: per la corretta interpretazione di alcuni "Pensieri di M0r94n" è indispensabile utilizzare il criterio "non tutto è come appare a prima lettura".


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28/02/10  Questo é San Remo! 
domenica  Ne faccio a meno 







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27/02/10  Mondiali di calcio 2010: si comincia 
sabato  Buone le maglie, ora ci manca la squadra 



+ Essendo diventato un quasi-esperto di maglie da calcio nel corso degli ultimi 3 mesi, é da qualche tempo che convivo con un dubbio: com'é possibile che qualche sponsor tecnico di alcune nazionali di calcio abbia già "svelato" la divisa ufficiale delle proprie squadre che parteciperanno al prossimo mondiale mentre, per quanto riguarda l'Italia, tutto tace? Ebbene, ho già trovato la soluzione: la presentazione ufficiale delle nuove divise ufficiali 2010 italiane é in programma lunedì 1 marzo, ma io sono già venuto in possesso dell'anteprima (mica sono un "pirla" qualsiasi, non so se mi spiego). La prima non é "malvagia": dopo la versione celeste della Confederation Cup si torna al quasi blu, stavolta col bordo del colletto tricolore (molto bello), due bande bianche orizzontali ed un disegno sul torace che dovrebbe rappresentare l'armatura stilizzata di un centurione romano (meno bello, ma vabé, non si può avere tutto). Carina la seconda maglia, con bande blu e oro in quantità giusta distribuite in maniera intelligente che non ne infastidiscono la visione. In sintesi, direi che sono entrambe migliori delle maglie del precedente torneo mondiale, con quell'effetto "sudore ascellare" diventato simpatico soltanto perché abbiamo vinto la coppa del mondo, altrimenti... bah :)

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26/02/10  Non abbandonateli! 
venerdì  Anche loro hanno un cuore 
+ La notizia del giorno: «"La foresta è piena di carri armati, incustoditi. Se ve ne serve uno, venite pure a prenderlo!". Sono duecento, T-80 da combattimento coperti di neve: li ha trovati uno sciatore a Elanovskaja, negli Urali, cento chilometri da Ekaterinburg. Li ha ripresi con il telefonino (video presente su Youtube - ndM), tra la ferrovia e il bosco, ha posto il video su un sito locale, E1.ru. Notizia subito ripresa dai media, confermata dagli abitanti di Elanovskaja: i carri armati sono lì dal novembre scorso. Il comando del distretto militare Volga-Urali, tuttavia, non intende permettere che l'episodio si trasformi nell'ennesima attestazione del pericolo e del degrado in cui possono scivolare le forze armate russe. "Quei tanks non sono affatto abbandonati" – ha dichiarato un portavoce del distretto, Dmitrij Burdakov – "sono sorvegliati. Non possiamo mettere un uomo a guardia di ogni veicolo, ma le pattuglie sono sufficienti a proteggerli e a impedire saccheggi. E poiché non li nascondiamo al pubblico, un civile ha potuto fotografarli". Il programma, secondo il portavoce, è trasferire i carri armati in un deposito via treno: le guarnigioni non ne hanno più bisogno. "Non sono nuovi, la maggior parte è stata utilizzata per 10-15 anni", spiega Burdakov. Il trasferimento sarà ultimato entro il 15 marzo» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: Sì, certo, come no. Custoditi a distanza... ci credono tutti :)

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25/02/10  Questi giudici non richiesti 
giovedì  Giornalisti senza personalità 
+ La notizia del giorno: «Per molti il brano migliore dell'ultimo Festival di Sanremo è stato quello che non ha partecipato. Vale a dire "La sera" di Morgan, escluso dalla competizione in seguito alle sparate del cantautore milanese circa il suo uso del crack come antidepressivo. Anzi. Per alcuni avrebbe pure potuto vincere. Anche perché, in una gara che ha visto arrivare ai primi tre posti il vincitore di "Amici" Valerio Scanu, il vincitore di "Ballando con le stelle" Emanuele Filiberto in coppia al conduttore-cantante Pupo e il vincitore di "X Factor" Marco Mengoni, ben avrebbe potuto piazzarsi chi, come Morgan, è stato giurato in tutte e tre le edizioni del talent show di Rai 2. Nel caso dell'ex leader dei Bluvertigo, tuttavia, la fama televisiva avrebbe aiutato un brano meritevole. Pazienza. Tanto più che il disco "Morganicomio", best of con l'unico inedito de "La sera", sta vendendo bene. Mentre Morgan, dopo essersi cosparso il capo di cenere da monsignor Bruno Vespa nel (vano) tentativo di essere riammesso alla competizione canora, ha continuato a mantenere alto il livello di guardia a colpi di ospitate televisive (l'ultima ad "Anno zero") e dichiarazioni sopra le righe. "Rifarei tutto, forse lo rifarei meglio, sono un uomo libero, finché non mi mettono in galera per ragioni ideologiche", ha detto. Specificando: "In un Festival di regime non potevo esserci, ero troppo pesante". Eppure in un certo qual modo c'era: "La canzone di Marco (Mengoni, ndr) è uguale a quella che gli avevo dato per X Factor", ha spiegato a una divertita Simona Ventura. Non si salva neppure la Sony che l'ha sotto contratto discografico: "Loro vorrebbero burattini, non artisti". È per questo necessario soffiare via il polverone per trovare un po' di musica. Con quella Morgan ci sa fare. Molto più che con le interviste ai giornali. "La sera", per esempio, è una bella canzone bizzarra, sognante e malinconica, che pare uscita dalla colonna sonora di un film di Tim Burton. E pazienza per le scarse doti vocali di Morgan. Per il resto, "Morganicomio" non riserva sorprese, presentando nelle restanti 18 tracce un bignami della sua produzione solista. Dal debutto "Canzoni dell'appartamento" (2003) arrivano, tra le altre, "Altrove", "Crash" e "The baby". Mentre "Tra 5 minuti" (qui in versione leggermente diversa), "Amore assurdo" e "Una storia d'amore e di vanità" erano già nell'album "Da A ad A" (2007). Molti i pezzi pescati da quel "Non al denaro, non all'amore né al cielo" con cui nel 2005 il musicista ha voluto rifare l'omonimo capolavoro di Fabrizio De André. Concretizzatosi in inutili cover di classici come "Un giudice", "Dormono sulla collina" e "Un malato di cuore". Più interessanti i rifacimenti presi da "Italian songbook volume 1", che spaziano da "Qualcuno tornerà" di Piero Ciampi a "Il mio mondo" di Umberto Bindi» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: Purtroppo i giornali si affidano a persone che giudicano la voce dei cantanti senza usare frasi del tipo "Secondo me", "Io penso che", "A mio parere" e simili. Stai giudicando un album? E allora fai il tuo mestiere: valuta la qualità delle canzoni ed esprimi un giudizio personale parlando in prima persona, anziché sputare una "sentenza" come se fossi un giudice.

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24/02/10  Raccomandato a/r 
mercoledì  Ma n'ti virgugn? 
+ Mi scoccia altamente sentire discorsi del tipo: "E' uno schifo vedere che oggi, per lavorare, c'é bisogno necessariamente della raccomandazione di qualcuno". O meglio, dipende dal contesto nel quale viene inserita la frase e dai riferimenti dati per argomentare la propria opinione. Passi se si discute di "alcuni" settori (i soliti noti, non me li fate elencare perché sennò mi chiudono il sito), ma per tutti gli altri penso che ci sia bisogno di un pò di rispetto per chi il posto di lavoro se l'é sudato dopo qualche anno di gavetta trascorso in luoghi di lavoro al limite della praticabilità, orari di lavoro disumani, qualche partecipazione a concorsi pubblici andati "a vuoto", colloqui e selezioni di personale dall'esito dubbio e centinaia (e lo dico con cognizione di causa) di curriculum spediti a destra ed a manca per arrivare all'ambito posto di lavoro tanto sognato. Ciò che però mi infastidisce non é poi tanto il discorso generico delle raccomandazioni, anche perché... sotto sotto non mi ci voglio più innervosire. Piuttosto é il fatto che a tirarlo in ballo sia una persona che reputo poco idonea al lavoro che svolge, la quale ha avuto quel posto di lavoro tanti anni fa proprio tramite raccomandazione (per sua ammissione). Una persona del genere si permette di fare questo tipo di esclamazioni riguardo i figli che lavorano lontano da casa, quando proprio loro avrebbero potuto scegliere una attività diversa per rimanere magari più vicini al luogo di origine. Quando hanno deciso di intraprendere quello sbocco professionale sapevano già che avrebbero rischiato di andare fuori regione per lavorare... pertanto avrebbero potuto pensarci prima in quella famiglia. Quindi ora, per favore, abbiate rispetto per chi ha sudato per avere il proprio lavoro e pensate a "produrre" anziché... lasciamo perdere il riferimento sennò si capisce pure di chi sto parlando, va.

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23/02/10  ... Ma la puntualità? 
martedì  Non ci pensa nessuno? 
+ La notizia del giorno: «Addio a prima e seconda classe sui treni alta velocità. Dal prossimo anno gli allestimenti e i sedili sulle carrozze dei Frecciarossa saranno uguali per tutti. A fare la differenza saranno invece i servizi offerti a bordo, modulati su quattro livelli a seconda delle esigenze dei viaggiatori. A partire dalla possibilità di utilizzare la banda larga per collegarsi a internet durante la corsa. Lo ha annunciato oggi l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, nel corso della presentazione dell'accordo con Telecom Italia per dotare i convogli della flotta Av di accesso al web e connessioni wifi. A fare la differenza sulle linee veloci, dunque, sarà il livello dell'offerta a bordo. "Si andrà" - ha precisato Moretti - "da un servizio di trasporto per i clienti che non hanno particolari richieste, fino ai massimi standard mondiali". A questo scopo la società ha iniziato a togliere alcuni vagoni dai Frecciarossa per rinnovarli, oltre che per aumentare l'indice di riempimento. Cambiamenti in vista anche per i nuovi modelli di treno, la cui fornitura sarà affidata tra luglio e settembre. È stata avviata, ha spiegato il numero uno di Fs, una gara tra i principali costruttori mondiali per ideare un nuovo treno ad alta velocità "in grado di raggiungere fino a 360 chilometri orari anche su binari concepiti per un limite di 300" e che unisca "al comfort una grande flessibilità degli interni, con la possibilità di cambiare rapidamente gli allestimenti". La partita sul potenziamento dei servizi a bordo si gioca innazitutto su internet e cellulari. È questo, infatti, l'obiettivo dell'accordo tra Fs e Telecom Italia, con investimenti per circa 20 milioni di euro, per migliorare il segnale della rete di telefonia mobile lungo il percorso dei treni ad alta velocità. Entro fine anno la tratte Av saranno dotate di banda larga e su tutte le carrozze sarà installato un sistema di ripetitori che consentirà anche le connessioni wifi. A bordo dei treni Frecciarossa, hanno assicurato Telecom e Ferrovie, sarà possibile telefonare e navigare in internet senza più problemi. Il progetto sarà avviato da aprile e coinvolgerà entro l'estate il 30% della flotta, per poi completare la copertura entro fine 2010. Il nuovo sistema sarà aperto anche agli altri operatori di telefonia mobile "che esprimeranno interesse a partecipare all'iniziativa". Con l'arrivo della banda larga sui treni Av, ha precisato l'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabé , "i viaggiatori avranno a disposizione un'offerta multimediale completa. Dalle news dei principali giornali online ai film on demand, dal meteo ai giochi". Dal server di bordo, inoltre, sarà anche possibile utilizzare la bilglietteria on line o prenotare taxi e auto a noleggio alla stazione d'arrivo» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: Bene... ok... bravi tutti... ma di puntualità dei treni non si parla mai???

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22/02/10  Oltraggio al pudore 
lunedì  Sicuri? 
+ La notizia del giorno: «Al Premier Hotel di Pinjarra in Australia una cameriera è stata multata per oltraggio al pudore ed è stata costretta a pagare la cifra di 1.000 dollari australiani. La ragazza è stata accusata per aver fatto scoppiare delle lattine tra le sue mammelle difronte ai clienti del locale. Un'altra cameriera invece è stata multata per 500 dollari australiani per aver appeso dei cucchiaini ai capezzoli di una sua collega. Entrambe le ragazze hanno ammesso la loro colpevolezza» (fonte: Yahoo).
+ Il commento alla notizia del giorno: Eh sì, proprio di "oltraggio al pudore" si tratta eh... chiedetelo ai clienti dell'hotel se si sono schifati :)

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21/02/10  Lavori in corso? 
domenica  Almeno avvertitemi 
+ Sarà perché mi hanno costretto ad aggiornare il sistema dei commenti presenti sotto i post del mio sito, oppure dipende dal fatto che ho inserito una "funzione" che serve a SdR per il suo sito... fattosta che da stanotte non riesco ad entrare più sulle pagine del mio amato siterello attraverso l'indirizzo principale, e non riesco ancora a capirne il perché. Attendo con ansia qualche novità, ma se le cose rimangono così comincerò a trovare una soluzione alternativa perché se io rispetto le regole PRETENDO che lo facciano anche gli altri nella erogazione dei loro servizi (web).

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20/02/10  Sedici anni 
sabato  38 extra small 



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18/02/10  Giochi deficienti per... 
giovedì  Psp o Wii, noo? 
+ La notizia del giorno: «È il più grande cyber-attacco globale di tutti i tempi quello sferrato da una rete di criminali informatici est-europei che ha colpito 75mila computer in 196 Paesi. Secondo quanto riferisce la stampa americana, le "vittime" sono state 2.400 tra aziende e uffici pubblici, comprese 10 agenzie dell'Amministrazione Usa. Nel mirino carte di credito, dati aziendali, email e informazioni per l'accesso dei dipendenti nelle aziende tecnologiche e della sanità. Il sofisticatissimo attacco, scoperto il 26 gennaio dalla Netwitnes, una ditta della Virginia, era cominciato alla fine del 2008 in Germania e non è ancora stato fermato. Tra i Paesi più coinvolti, oltre agli Stati Uniti, il Messico, l'Arabia Saudita, l'Egitto e la Turchia. L'offensiva è stato sferrata con uno Kneber bot, un sistema interlacciato di una ventina di server e computer gestito da un gruppo che ha il centro di controllo in Germania e che farebbe capo a una gang criminale dell'est europeo. Per l'intrusione è stato impiegato lo spyware ZeuS. I cracker sono riusciti nella loro impresa inviando mail infette o facendo scaricare a ignari dipendenti di aziende software da siti in loro controllo. In questo modo sono potuti entrare nei sistemi informatici di migliaia di aziende e accedere a informazioni riservatissime. Nella rete sono caduti, tra gli altri, colossi cimematografici come la Paramount o farmaceutici come la Merck & Co. e Cardinal Health Inc. E nel "bottino" ci sarebbero anche i dati di accesso all'email di un soldato americano, ha scritto il Wall Street Journal» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: Basta fare attacchi di hackeraggio... ormai non é più di moda. Datevi ai videogiochi, al decoupage, al fai da te... ma cambiate passatempo :|

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17/02/10  Un nuovo virus dilaga in Italia 
mercoledì  E' davvero così! 



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16/02/10  Vietato dire "vigliacco" 
martedì  Suggerimenti? 
+ La notizia del giorno: «È reato dare del vigliacco al vicino di casa. La Corte di cassazione è fermamente decisa a portare un po' di bon ton all'interno dei condomini, dopo la sentenza dello scorso 9 febbraio con cui aveva censurato l'uso del termine "bandito" rivolto a un coinquilino nel corso di un'assemblea, oggi con la decisione n. 5413 ha annullato l'assoluzione di un trentaduenne catanese che in una lite aveva dato del vigliacco al vicino di abitazione. Secondo la Suprema corte il largo uso che si fa del termine non esclude il suo carattere offensivo. Ma non basta. Gli ermellini hanno cancellato anche un'altra parte della sentenza del giudice di pace che aveva assolto l'imputato anche dal reato di imbrattamento. Il fumantino signore aveva, infatti, lanciato della terra sulle auto dei condomini. Peccato considerato veniale dal giudice di prima istanza, che aveva perdonato anche in questo caso basandosi sulla facilità con cui potevano essere cancellate le conseguenze del gesto. Di parere diverso il collegio di piazza Cavour che ha trovato non scusabile l'aver "alterato" l'aspetto dei veicoli» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: Uhm, peccato. Prima o poi l'avrei urlato volentieri ad un mio vicino di casa tamarro...
+ La frase del giorno: «Lo strumento mio oggi non funziona, e comunque non suona i Muse» (So.).

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15/02/10  Potere alle persone! 
lunedì  Si torna alle origini 
+ La notizia del giorno: «Google cerca di aggiungere valore alle sue ricerche puntando sull'intelligenza collettiva della rete. Ovvero le persone. Il colosso di Mountain View ha appena acquisito Aardvark per 50 milioni di dollari, motore di ricerca social nato da due ex dipendenti. Google risponde alla ricerca degli utenti spacchettando la frase in parole chiave e proponendo i siti dove sono ricorrenti. La promessa dei search engine prossimi venturi è quella di rendere la ricerca più "intelligente", facendo in modo che sia in grado di rispondere a vere e proprie domande. In parte, succede già. Forum e social network consentono la condivisione di pareri, link e consigli. L'idea di Aardvark è proprio quella di sfruttare la maggiore intelligenza di internet - quella delle persone - e farne un motore di ricerca mettendo in relazione, previa iscrizione, le persone che fanno un domanda con quelle in grado di dare una risposta circostanziata. Qual è il miglior cinema in una certa zona? Il lavoro dell'algoritmo si ferma alla ricerca dell'utente in grado di dare la migliore risposta. Da ottobre 2009 Aardvark ha avuto più di 90mila utenti, il 59% dei quali ha prodotto contenuti. Il sito risulta più utilizzato in mobilità e la qualità delle risposte è giudicata "buona" nel 70,4% dei casi. La start up appena entrata nella galassia Google non è l'unica a puntare sulla ricerca social, esistono anche altri esempi, come Nomao, Mahalo, Sidestripe, Siri e Cascaad. "Uno dei maggiori trend della rete" - spiega Dave Yovanno, ceo di Gigya Inc, azienda di Palo Alto che offre servizi di social media, al San Francisco Cronicle - "è la tendenza delle persone di passare meno tempo nella navigazione autonoma a favore di quella basata sulle raccomandazione dei propri amici". Più Facebook che Google, dunque. Secondo Marco Varone, presidente e cto di Expert System, azienda attiva nello sviluppo di software semantici per la comprensione e l'analisi delle informazioni, "è un filone promettente perchè cerca di aggiungere valore ai motori di ricerca esistenti, consentendo da una parte di risparmiare tempo e dall'altra di avere accesso alla conoscenza delle persone che non sempre è facilmente reperibile con i sistemi già esistenti". Le frontiere di una ricerca più intelligente e consapevole sono indagate in tutto il mondo su diversi fronti. Uno dei trend maggiori, di cui si parla da tempo, è quella del web semantico, che fornisce risposte sulla base delle relazioni di significato tra i termini di ricerca. Microsoft ha puntato su questo fronte con l'acquisizione di Powerset, start up californiana guidata dall'italiano Lorenzo Thione, che ha un ruolo nella scommessa fatta con Bing. "Tra ricerca semantica e sociale ci sono rapporti solo superficiali" - continua Varone - "entrambi accettano domande espresse nel linguaggio di tutti i giorni, ma nei motori sociali sono delle persone a rispondere, nel secondo caso gli algoritmi". Un modello come quello di Aardvark "può garantire una migliore qualità media delle risposte. Per il mondo consumer e per un gigante come Google, arricchire la propria offerta con questo tipo di servizio è del tutto logico: hanno già quasi raggiunto il monopolio nell'approccio classico e aggiungere una copertura alle domande più frequenti con la risposta immediata consente di tenersi tutti gli utenti evitando che usino un sevizio diverso. Però non è tutto oro quel che luccica: le risposte fornite dalla persone sono spesso soggettive, non coprono tuti i campi e possono essere imprecise o sbagliate"» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: L'idea é buona, ora però bisogna vedere come hanno intenzione di utilizzare/modificare/smontare il prodotto per raggiungere i propri obiettivi.

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14/02/10  Quando uno perde, c'é sempre uno che vince 
domenica  Le basi dell'economia 
+ La notizia del giorno: «"Nomura il vero vicintore del credit crunch? Non sono così arrogante, ma se lo dice lei, le prometto che non sarà smentito". Sadeq Sayeed, pachistano, ceo della maison giapponese per Europa Medio Oriente Africa 57 anni, è l'uomo che ha negoziato l'acquisizione di Lehman e l'ha, poi, integrata in Nomura immaginando un'operazione estrema, ovvero l'emancipazione di una potenza finanziaria regionale, in potenza globale. Dal Giappone al mondo grazie alle spoglie di un grandissimo attore del banking internazionale. Tutti tremavano, tutti vendevano e Nomura ha finito per acquisire e forse strapagare avendo piazzato sul tavolo bonus garantiti per i banchieri dell'istituto in via di fallimento.
- E' contento mister Sayed ? "Se un anno e qualche mese fa, nei giorni dell'acquisizione di Lehman, qualcuno mi avesse detto che a marzo 2010 avremmo fatto i risultati verso i quali stiamo andando avrei dato qualsiasi cosa perché fosse vero. Abbiamo raggiunto ad ottobre gli obiettivi che ci eravamo posti per l'anno (quello fiscale inglese aprile su marzo n.d.r.), e abbiamo quasi centrato quelli che in autunno ci eravamo prefissati per marzo di quest'anno. Certo molto è dipeso dalle condizioni di mercato particolarmente vantaggiose, ma potevamo non essere pronti per sfruttarle al meglio. E invece continuiamo a prendere quote dalla concorrenza: alla fine di ottobre 2009 eravamo al 4% delle revenue globali mondiali oggi siamo al 5,3-5,4".
- L'investment banking è tornato fare utili anche per voi, ma nell'ultimo trimestre il trading è calato, come valori, del 55 per cento… "Non si può prendere un trimestre né per il trading né per l'investment banking. Quest'ultimo ha goduto di un incredibile numero di Ipo lanciate in Giappone dove siamo ovviamente fortissimi".
- Glielo ridomando: siete i veri vincitori del credit crunch ? "Be' non ne vedo altri, eccetto, forse, gli autori di lunghi e dotti libri sulla crisi. La realtà è che il credit crunch ha offerto opportunità, come avviene sempre in queste occasioni. Nomura non era esposta perché aveva già pulito il bilancio nel 2007 riducendo i propri rischi. Così, nel 2008, eravamo pronti a raccogliere".
- Vuole cioè dire che avevate previsto la crisi ? "No. Bastava in realtà prevedere la probabilità e lo abbiamo fatto dando una spazzolata ai nostri bilanci. Poi siamo saliti sulla barca Lehman e l'abbiamo pilotata senza chiedere un dollaro di denari pubblici ma facendo ricorso due volte al mercato. Oggi abbiamo un tier 1 a quota 18, eccezionale per una banca d'investimento".
- In realtà vista da fuori l'operazione Lehman appare come un "reverse takeover" con la banca americana lanciata ad "occupare" la maison giapponese, invece del contrario. E per questo la vecchia guardia di banchieri si sarebbe sentita scavalcata da quelli dell'istituto americano… "Sono in totale, assoluto disaccordo. Riconosco che Lehman abbia cambiato Nomura. Ne ha accresciuto le ambizioni e mutato l'approccio avendo avuto uno straordinaria capacità di trasformare il gruppo. Ma non c'è concorrenza interna con fazioni che vincono su altre. Oggi Nomura non è una società giapponese con attività in Europa e Stati Uniti, è un attore globale".
- Condivide la linea annunciata dal presidente Obama e anche in una certa misura dal premier Gordon Brown? "Penso che sui capitali il punto non sia stato colto con precisione. Ho simpatia per quanto si è detto su una forma di assicurazione, ma la gestione tecnica di un progetto del genere è complessa e ancora vaga. Per ora ognuno sembra agire in modo unilaterale, senza coerenza complessiva. Ci vuole un level playing field nel mondo e questo implica regole simmetriche. Regole che però non devono scoraggiare la concorrenza che resta la migliore forma di meccanismo di controllo"» (fonte: Il Sole 24 Ore).

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13/02/10  La volevo mansueta 
sabato  Sfighibus 



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12/02/10  Voglio una discoteca labirinto 
venerdì  Dalla quale non si possa uscire 





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11/02/10  Il dollaro "alto" fa bene all'economia europea 
giovedì  Meglio ricordarlo 
+ La notizia del giorno: «Qualcuno, in qualche modo e con i tempi della politica europea salverà alla fine la Grecia. Qualcuno lo dovrà fare, perché lasciare Atene al proprio destino significherebbe attirare la speculazione internazionale su Spagna, Portogallo, Irlanda e, forse, anche l'Italia. E allora sarebbero guai. In realtà la crisi ha già compilato una bella lista di costi: rendimenti molto più alti nei titoli di Stato dei paesi a rischio, che complicano ulteriormente il risanamento fiscale; una caduta delle borse europee che è quasi doppia rispetto a Wall Street (Milano e Parigi, per esempio, hanno perso l'11-12% dai massimi di qualche tempo fa contro il 6% dell'S&P); un deprezzamento dell'euro che a ieri si misurava in un tondo 10%. Per fortuna la crisi non ha ancora intaccato la credibilità della Germania e dei suoi Bund (e forse nemmeno della Francia). Ma quest'ultimo è un caso di cui si tratterà sul Sole 24Ore di domenica. Resta il danno all'euro. Ma è davvero cosa di cui la banca centrale europea e i nostri politici possono rammaricarsi? E per chi investe in Borsa? Sotto un certo aspetto la crisi dell'euro è una sorta di manna: per i paesi indebitati (verso altre aree valutarie), per le imprese che esportano e per i titoli industriali o, comunque, per i ciclici quotati in borsa. L'importante è che il deprezzamento della valuta non sia traumatico o caotico, perché costringerebbe le imprese a costose forme di protezione. Ed è importante che la svalutazione sia in qualche modo guidata, che si riesca a controllare o quanto meno a mitigare la speculazione al ribasso che tanto s'è accanita sull'euro nelle precedenti settimane. Infine, la correzione della valuta non dev'essere episodica, ma stabile il più a lungo possibile. Facile a dirsi: ma il clima d'incertezza sul salvataggio della Grecia, quasi non ci fossero i motivi per un'emergenza, potrebbe significare che sotto l'apparente indecisione di Francoforte e di Bruxelles c'è anche un calcolo. Facile a dirsi, perché sull'altra sponda, il Tesoro americano e la Fed stanno coltivando gli stessi propositi sul dollaro. E se Wall Street e i titoli di stato Usa sono sembrati fino ad oggi relativamente immuni dalla bufera europea, è probabilmente solo una questione di tempo. Quanto a finanze pubbliche e quanto all'indebitamento del sistema, gli Stati Uniti stanno forse peggio dell'Europa e la quasi bancarotta della California, che da sola vale il Pil di un medio stato europeo, ne è la prova. È soprattutto il tenore della ripresa economica che ora rischia di prolungare la recessione o più propriamente la stagnazione in Europa. Se gli economisti hanno stimato per il 2010 una crescita del Pil dell'area euro (attorno all'1,2%) che è meno della metà di quello Usa, i dati arrivati ieri (Pil in crescita dello 0,1% nel 4° trimestre 2009 contro il +0,3% delle attese) sono assai sconfortanti. Un euro debole potrebbe risollevare l'economia, specie in quei paesi (come Germania e anche Italia) dove più si esporta. Ne beneficerebbero i titoli ciclici sui quali alcuni investitori istituzionali stanno già pensando di puntare. Ma a Wall Street si creerebbe un danno più che proporzionale, perché il conseguente rafforzamento del dollaro, oltre a indebolire le esportazioni, ridurrebbe significativamente i ricavi (e gli utili) delle maggiori società che proprio fuori dagli Usa trovano ormai i loro maggiori mercati. Non va dimenticato che nelle previsioni degli analisti, circa il 30% dei maggiori ricavi stimati per le società industriali e tecnologiche dell'S&P500 dovrebbero provenire dall'estero. Infine andrebbe notato che le borse europee sono un po' meno care di Wall Street: secondo il consenso (Thomson-Reuters), il rapporto prezzo utili dello Stoxx sarebbe di circa 12,5 per il 2010, contro il 13,5 dell'S&P500. In settimana l'S&P ha recuperato lo 0,9% (+2% il Nasdaq) e lo Stoxx l'1,5% (+1,6% Londra, +1,2% Francoforte, +1,1% Milano, +1% Parigi)» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: Per chi ha a che fare col mondo economico non é una novità, comunque é sempre bene ricordarlo :)

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10/02/10  Non ci sono più le giapponesi di una volta 
mercoledì  Viva il made in Italy 
+ La notizia del giorno: «Honda porta a poco più di 950mila unità le auto richiamate per difetti al sistema airbag, a partire da novembre del 2008. Con l'ultima iniziativa che coinvolge 437.763 unità in tutto il mondo (dopo le 510.150 unità di giugno-luglio 2009), la seconda casa automobilistica del Sol Levante spiega di voler risolvere il problema dell'airbag del conducente che potrebbe gonfiarsi con troppa forza, causandone il ferimento. Oggetto del richiamo sono i veicoli prodotti nel 2001 e nel 2002, e in particolare i modelli Accord, Civic, TL, CR-V e Odyssey negli Stati Uniti e in Canada; i modelli Pilot e CL soltanto negli Usa; i modelli Inspire, Saber e Lagreat in Giappone. Quanto alla suddivisione per Paesi, si legge in una nota del gruppo, 378.758 unità sono relative agli Usa, 41.685 al Canada, 4.042 al Giappone e 9.227 al Messico. Coinvolti, tra gli altri. anche se con quote minime, Taiwan e Australia» (fonte: Motori 24).
+ Il commento alla notizia del giorno: Ahhh, quindi non é solo la Toyota! Ahhh, 'ste macchine giapponesi... :)

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09/02/10  Le chiamano "gare anomale" 
martedì  E si stupiscono pure... 
+ La notizia del giorno: «Che fosse una gara anomala lo si era capito da subito. Gallipoli-Grosseto, posticipo di B giocato ieri sera, era infatti cominciato con la protesta dei giocatori giallorossi, fermi per 40 secondi in mezzo al campo per dare le spalle al presidente D'Odorico che non li paga da quattro mesi. Stamattina però è arrivata un'altra segnalazione. Di decisamente anomalo c'è stato anche il flusso di giocate. Secondo informazioni raccolte da Agipronews, il gioco si è concentrato sulle tipologie di scommesse ’risultato esatto’ e ’risultato finale’. Sono scattate subito le verifiche degli organismi di controllo e i monopoli di Stato hanno inviato la segnalazione agli organi competenti della Lega e della Figc: la procura federale ha immediatamente deciso di aprire un fascicolo. La partita è terminata 2-2, un risultato su cui, secondo i ’risk manager’ dei bookmaker italiani, le giocate "sono andate ben oltre un normale flusso, anche se il giro di danaro non è stato tale da costringerci a chiudere le scommesse sulla partita". I principali marchi del betting italiano, in ogni caso, hanno scelto strategie diverse per difendersi dalle puntate anomale: alcuni hanno abbassato la quota sul 2-2 finale (scesa dal 10 contro 1 al 6 contro 1), altri hanno limitato le puntate massime a pochi euro, altri ancora - evidentemente più esposti - hanno sospeso tutte le scommesse sui risultati esatti. "Le giocate sulla partita" - ha confermato il responsabile del trading di un notissimo bookmaker italiano - "sono state certamente anomale e per questo sarebbe il caso che l'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato sospendesse la refertazione del risultato o che, almeno, rinviasse ogni decisione al momento in cui gli organi calcistici competenti stabiliranno cosa davvero è successo in Gallipoli-Grosseto. Si tratta di un caso sporadico, ma molto preoccupante perché avvenuto a metà stagione". Il Gallipoli tra l'altro è alle prese anche con le dimissioni del tecnico Giannini. Espulso durante il contestato incontro (il giudice sportivo lo ha punito con quattro turni di squalifica), l'allenatore è stato avvicinato e insultato dal presidente D'Orrico. "Non torno indietro" - ha detto oggi - "al Gallipoli la situazione non è chiara. Mi avevano assicurato che entro il 30 gennaio avrebbero pagato gli stipendi di ottobre, ma non tutti i giocatori sono stati accontentati". Il presidente parla invece del tecnico come "una primadonna. Io ho sempre chiesto a tutti di avere un po' di pazienza, in parte abbiamo pagato, nel tempo avremmo regolarizzato tutti"» (fonte: Gazzetta dello Sport).
+ Il commento alla notizia del giorno: Il bello é che ci si stupisce se si scopre che accadono queste cose... Come se tutti fossero all'oscuro di ciò che ruota intorno agli sport sui quali é possibile scommettere...

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08/02/10  La memoria torna sempre sotto elezioni 
lunedì  Ma ovviamente é una casualità 
+ La notizia del giorno: «"Forza Italia era il frutto della cosiddetta trattativa tra Stato e mafia". Lo ha detto Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito, riportando quanto spiegatogli dal padre nella deposizione al processo per favoreggiamento alla mafia a carico del generale del'Arma Mario Mori. L'argomento è stato affrontato dal teste nel corso dell'esposizione di un pizzino, depositato agli atti del processo, e che a suo dire sarebbe stato indirizzato dal boss Bernardo Provenzano a Silvio Belusconi e Marcello Dell'Utri. Nel foglietto Provenzano avrebbe parlato di un presunto progetto intimidatorio ai danni del figlio di Berlusconi. "Intendo portare il mio contributo" - si legge nel pizzino - "che non sarà di poco conto perchè questo triste evento non si verifichi (si allude all'intimidazione, ndr). Sono convinto che Berlusconi potrà mettere a disposizione le sue reti televisive". Replica a distanza il ministro della Giustizia, Angelino Alfano: Forza Italia "non ha mai avuto collegamenti con la mafia", mentre sarebbe in atto "un tentativo di delegittimazione dell'azione del governo Berlusconi sempre in prima linea nella lotta a Cosa Nostra". Alfano sottolinea inoltre che "il governo Berlusconi con le leggi antimafia ha fatto esattamente il contrario di ciò che prevede il papello". Dal momento che poi "la mafia non teme dibattiti e convegni ma teme la confisca dei beni e il carcere duro, abbiamo fatto una guerra alla mafia con la normativa di contrasto più duro dai tempi di Falcone e Borsellino". Tanto è vero, sottolinea il ministro "che il modello Italia è diventato esempio per i paesi del G8". "Non vorrei" - ha dunque sottolineato Alfano - "che vi fosse da più parti un tentativo di delegittimazione dell'azione di un governo che contrasta la mafia. Cosa Nostra non sempre sceglie la via dell'assassinio fisico, ma a volte quella delle delegittimazione". "Mio padre" - ha spiegato il testimone illustrando il biglietto - "mi disse che questo documento, insieme all'immunità di cui aveva goduto Provenzano e alla mancata perquisizione del covo di Riina era il frutto di un'unica trattativa che andava avanti da anni. Con quel messaggio Provenzano voleva richiamare il partito di Forza Italia, nato grazie alla trattativa, a tornare sui suoi passi e a non scordarsi che lo stesso Berlusconi era frutto dell'accordo". Il testimone ha anche spiegato che la prima parte del pizzino, che lui custodiva, sarebbe sparita. "Quando ero agli arresti domiciliari nel 2006, una persona dei Servizi segreti mi disse di non parlare della trattativa e dei rapporti con Berlusconi", ha detto Massimo Ciancimino» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: Che sia tutto vero o falso lo stabiliranno le persone preposte, però casualmente tutti si ricordano tutto sempre poco prima delle elezioni.

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07/02/10  L'Italia che assume 
domenica  Speriamo bene... 
+ La notizia del giorno: «Intesa Sanpaolo aprirà quattro nuovi poli di attività di back-office, dove verranno assunti in 1.100 tra apprendisti e cassintegrati. Lo prevede un accordo raggiunto con i sindacati (a eccezione della Fisac-Cgil) che stabilisce per i neoassunti una riduzione economica del 20% per i primi 4 anni, con il versamento della contribuzione previdenziale, l'assistenza sanitaria e l'erogazione del premio di risultato. I quattro siti sono individuati sono a L'Aquila, Lecce e Potenza per la prima occupazione (da 150 addetti ciascuno) e Torino (100 addetti) per cassintegrati e disoccupati, inoltre è prevista la conferma di 400 tempi determinati e un numero di assunzioni aggiuntive pari ai prossimi pensionamenti. Nella presentazione dell'accordo il leader della Cisl, Raffaele Bonnani, ha sottolineato come "con l'applicazione di meccanismi contrattuali per le start-up si sia stimolata una grande azienda ad investire in Italia, soprattutto al sud". Bonanni ha anche polemizzato con Bankitalia per la mancata applicazione del nuovo modello nella trattativa per il rinnovo del contratto: "Il nuovo sistema di regole ha avuto un'estensione pressoché totale. Nel settore creditizio abbiamo avuto qualche problemino al principio che è stato superato grazie al la nostra straripante rappresentatività sindacale. Tuttavia inspiegabilmente in Bankitalia questo sistema ancora non viene riconosciuto". Immediata la puntualizzazione dalla Banca d'Italia, che spiega di aver formalizzato oggi stesso ai sindacati la proposta di cornice per l'intesa che recepisce l'accordo quadro raggiunto il 22 gennaio tra Governo e parti sociali (tranne la Cgil) con la durata triennale e l'adozione del nuovo indicatore per l'adeguamento al costo della vita (Ipca) al posto dell'inflazione programmata. Tornando all'intesa tra Intesa San Paolo, Fabi, Fiba-Cisl, Silca, Sinfub, Ugl e Uilca è previsto che il polo in Romania svolgerà esclusivamente attività amministrative delle banche estere. "Abbiamo invertito la tendenza a delocalizzare" - è il commento del segretario generale della Uil, Luigi Angeletti - "con questo accordo che favorisce la creazione di nuovi poli in Italia anzichè nell'est Europa. Certo una rondine non fa primavera, ma considero questa intesa una risposta a chi dice che il sindacato non si occupa dei giovani". A quantificare gli effetti delle deroghe contrattuali sui neoassunti è il segretario della Fabi, Mauro Bossola: "Nonostante la riduzione del 20% per il quadriennio i neoassunti guadagneranno oltre 14mila euro l'anno netti" – ha detto – "quindi più di quanto percepisce chi lavora nel commercio o un metalmeccanico. Ai cassintegrati andranno 14.700 euro netti l'anno, quindi oltre i 10mila euro netti previsti dall'assegno di cassaintegrazione. In aggiunta avranno i premi produttività e i buoni pasto, pari ad ulteriori 1.600 euro l'anno". La segreteria della Fisac-Cgil, Graziella Rogolino, contesta la deroga al contratto nazionale che non prevede questo tipo di penalizzazioni: "L'accordo" - spiega - "prepara le condizioni per peggiorare per tutti il contratto che deve essere rinnovato entro l'anno. L'azienda avrebbe potuto utilizzare gli strumenti previsti dalla legge, comprese le riduzioni fiscali e contributive, senza aggiungere ulteriori penalizzazioni". Per la Fisac è un fatto "inaccettabile" che si registra in "una delle prime banche italiane, all'interno di un settore economicamente florido, con utili consistenti che paga lauti dividendi"» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: Auguri a tutti i prossimi assunti.

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06/02/10  A chi darò il mio cuore? 
sabato  Tanta indecisione... 



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05/02/10  Illegalità chiamata per nome 
venerdì  Eppur non la si sradica 
+ La notizia del giorno: «"L'abbigliamento cinese a Prato? E' un settore ancora effervescente, che ha continuato ad aumentare l'occupazione anche nel 2009". A dirlo è Saverio Langianni, il ricercatore di Asel che, per conto della Provincia di Prato, ha analizzato l'andamento del mercato del lavoro nella cittadina toscana che conta 4.200 aziende cinesi, per oltre il 70% attive nell'abbigliamento. L'incremento dell'occupazione conferma l'effervescenza del distretto cinese di Prato, che continua a correre nonostante la crisi, favorito dall'alto tasso di illegalità. La conferma arriva anche dalle iscrizioni alla Camera di commercio: nei primi nove mesi del 2009 le aziende cinesi a Prato sono aumentate ancora, seppure a ritmi più contenuti rispetto al passato. Per adesso, dunque, il distretto cinese non sembra scalfito dai controlli che, negli ultimi tempi, le forze dell'ordine stanno effettuando in modo più sistematico. E da Prato continuano a partire milioni di abiti di fattura rapida e qualità scadente (i cinesi ne producono 1 milione al giorno) diretti ai mercati di tutta Europa. "Il grosso boom di contratti nelle aziende di abbigliamento si è avuto nei primi sei mesi del 2009" – aggiunge Langianni – "mentre si è sgonfiato un po' nella seconda parte dell'anno, tanto che il saldo tra avviamenti e cessazioni a fine 2009 è negativo. Ma il settore va bene, e tira ancora". Da Prato, per adesso, i cinesi non hanno certo intenzione di andarsene» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: Ma é così difficile tenere d'occhio i "movimenti" delle aziende? Possibile che si sia a conoscienza del livello di illegalità ma che non si riesca ad arginarla? C'é qualcosa che non va a Prato...

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04/02/10  Vi ricordate gli "aiutini"? 
giovedì  Vediamo com'é la situazione 
+ La notizia del giorno: «Non c'è dubbio che in questa fase abbiano fatto notizia più i rimborsi che gli aiuti. Ma l'esposizione dei Governi verso il sistema bancario è aumentata ancora rispetto all'ultimo scorcio del 2008, soprattutto in Europa, e, nonostante molti istituti abbiano iniziato a restituire i fondi ricevuti, è tuttora a livelli stratosferici. Il calcolo aggiornato l'ha fatto R&S-Mediobanca, che stima in 2.427 miliardi di euro (1.398 miliardi gli Usa, 1028 miliardi l'Europa) l'esposizione netta dei Governi occidentali nei confronti del sistema bancario: come se a rischio ci fosse ancora un paese delle dimensioni della Germania. A livello complessivo, la potenza di fuoco messa in campo dagli Stati Uniti non ha uguali. In tutto il Governo federale ha aperto un ombrello da 2.565 miliardi di dollari (di cui oltre il 70% a titolo di garanzia degli attivi) per riparare il sistema dal diluvio che il crack Lehman avrebbe potuto scatenare. Nel corso del 2009 le banche Usa hanno rimborsato circa 600 miliardi di dollari, ma il "saldo netto" degli aiuti a fine 2009 non risultava molto differente dall'importo di fine 2008: 1.968 miliardi di dollari contro i precedenti 1957 miliardi. In altri termini, i 104 istituti che si sono dati da fare per rientrare con lo Stato, hanno pareggiato gli interventi pubblici incrementali dell'anno scorso. I big del settore hanno potuto fare ricorso al mercato, in generale tutti sono stati "aiutati" dalle modifiche ai principi contabili, ma alla fine il diluvio non c'è stato anche se l'ombrello, bello ampio, è ancora aperto. Oltretutto, gli interventi a pioggia che negli Usa hanno riguardato 838 istituti (di cui 726 beneficiari di iniezioni di capitale), non hanno evitato il fallimento di 143 banche nel solo 2009. Ma, a giudicare dai singoli stanziamenti, i problemi più grossi li ha dovuti affrontare il Vecchio continente che si è mosso con interventi mirati (solo 64 gli istituti interessati). Nessuno al mondo è stato sostenuto infatti più di Royal Bank of Scotland che è costata al Regno unito un'esposizione di 420 miliardi di euro. Non robetta, perchè la cifra è superiore al Pil di un un paese come la Polonia e, anche se il malato in terapia intensiva ha restituito di recente una cinquantina di miliardi, avanzano ancora 370 miliardi. Lloyds Bank, l'altro istituto britannico oggetto di attenzioni particolari, è stato più efficace: nell'ottobre 2008 ha ricevuto aiuti per 328 miliardi di euro, a novembre 2009 ne ha restituiti 300. Nell'Europa continentale è stata invece la Germania a doversi accollare lo sforzo maggiore: tra ricapitalizzazioni, garanzie e Opa, la sola Hypo Real Estate, che è stata nazionalizzata, ha assorbito risorse per 166 miliardi, ridimensionate a 100 miliardi a fine anno. All'estremo opposto l'Italia, con appena 4,1 miliardi di interventi, sotto forma di "Tremonti bond", a favore di quattro istituti: Banco Popolare (che ha sottoscritto titoli per 1,45 miliardi), Bpm (500 milioni), Mps (1,9 miliardi) e Credito Valtellinese (200 milioni). Nel complesso, in Europa gli interventi pubblici per il credito sono stati concentrati nel primo trimestre 2009 e nel corso dell'anno sono stati pari a due volte e mezzo l'ammontare di fine 2008. Complessivamente gli interventi assommano a 1.449 miliardi di euro, per l'80% a titolo di garanzia, ma il saldo netto a fine 2009 risultava pari a 1028 miliardi. In particolare, a restituire in toto o in parte gli aiuti ricevuti sono state sette banche: Bnp, SocGen, Crédit Agricole, Ing, Lloyds, Rbs e Hypo Re. Anche in Europa si è registrata qualche chiusura nel 2009: per precisione, in Olanda ci sono state due liquidazioni e una bancarotta (St.George Private finance, Dsb e De Indonesische Overzeese bank). Ma i Governi sono stati costretti a intervenire in extremis in molti altri casi. Qualche mese fa per esempio l'Austria ha dovuto salvare la Kommunalkredit, nazionalizzandola per il prezzo simbolico di 2 euro. E sono state nazionalizzate, oltre alle islandesi Landsbanki e Kaupthing, anche la Hypo Real Estate in Germania; la Northern Rock e la Bradford& Bingley in Gran Bretagna, mentre per la London Scottish Bank è stata necessaria l'amministrazione controllata. Infine il 2010 ha battezzato le prime due bad bank, l'una in capo alla tedesca WestLB e l'altra alla britannica Northern Rock» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: Era da un pò che non aggiornavo la situazione delle banche in difficoltà nel mondo :)

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03/02/10  Operazione "Milano 2" 
mercoledì  La chiamano "operazione" 
+ La notizia del giorno: «"C'era un contatto diretto tra il senatore Marcello Dell'Utri e Lo Verde. Lo spiegò mio padre". Così Massimo Ciancimino, deponendo al processo Mori nell'aula bunker dell'Ucciardone a Palermo, ha parlato dei rapporti tra il senatore del Pdl e il boss mafioso Bernardo Provenzano, che usava nei contatti con il padre il nome di Lo Verde. Secondo Ciancimino, Provenzano voleva trattare con Dell'Utri dell'amnistia cui i mafiosi aspiravano. Suo padre, ha affermato Ciancimino, gli disse che "l'interesse a un simile atto di clemenza era della Chiesa", e che "queste cose andavano fatte quando governava la sinistra e bisognava sfruttare l'occasione perchè c'erano consultazioni elettorali imminenti". Massimo Ciancimino ha anche detto che Bernardo Provenzano scrisse in un pizzino a Vito Ciancimino che aveva parlato con Marcello Dell'Utri della situazione difficile di salute dell'ex sindaco di Palermo, affinchè venisse preso un provvedimento di clemenza. In un pizzino "successivo al settembre 2001", sempre inviato da Provenzano a Vito Ciancimino, si fa riferimento a contatti avuti con "sen." e "pres.", rispetto a un possibile provvedimento di clemenza in favore dei detenuti. Il boss che si rivolge all'ex sindaco scrivendo "Carissimo ingegnere", scrive di essersi speso per trovare una "nuova soluzione della sua sofferenza". Secondo Ciancimino jr con "sen." si identifica Dell'Utri e con "pres." va identificato il senatore dell'Udc, Totò Cuffaro, allora presidente della Regione Sicilia. Il processo a carico dell'ex vice capo del Ros, Mario Mori, e dell'ex colonnello Mauro Obinu riprenderà lunedì 8 febbraio. E durante i lavori davanti ai giudici della IV sezione penale testimonierà ancora Massimo Ciancimino. Nella deposizione di lunedì, Massimo Ciancimino aveva parlato di investimenti che suo padre avrebbe fatto nella realizzazione di Milano 2: "Parte del denaro di mio padre, negli anni 70, fu investito in una grossa operazione edilizia realizzata nella periferia di Milano chiamata Milano2". Secondo il testimone l'ex sindaco, convinto a fare l'investimento dagli imprenditori Nino Buscemi e Franco Bonura, inizialmente non era entusiasta del nuovo business, ma poi avrebbe finito per accettare di investire parte del suo tesoro nella realizzazione del complesso residenziale realizzato da Silvio Berlusconi, negli anni '70, alla periferia del capoluogo lombardo. A convincerlo definitivamente a spostare i soldi fuori dalla Sicilia sarebbero state, però, le inchieste a suo carico e le denunce sugli affari delle cosche fatte dalla commissione Antimafia. "Le dichiarazioni di Ciancimino su Milano 2 sono del tutto prive di ogni fondamento fattuale e di ogni logica, e sono smentibili documentalmente in ogni momento", ha ribattuto Niccolò Ghedini, avvocato del premier e parlamentare Pdl in una nota. "Tutti i flussi finanziari di Milano 2, operazione immobiliare che ancor oggi è da considerarsi una delle migliori realizzazioni nel nostro paese" - aggiunge Ghedini - "sono più che trasparenti e sono stati più volte oggetto di accurati controlli e verifiche. Tutte le risultanze hanno dimostrato la provenienza assolutamente lecita di tutto il denaro impiegato. Argomentare gli asseriti finanziamenti mafiosi è evidentemente diffamatorio, il che" - conclude - "sarà facilmente comprovabile nelle appropriate sedi giudiziarie"» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: Perché mi sembra di aver già letto da qualche parte questa ipotesi? Non ricordo la fonte però...

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02/02/10  Non sparate sull'Artista! Ovvero: capire le sue parole 
martedì  L'intervista integrale di Max a Morgan 
+ Morgan non é un artista qualunque, per me é un Signor Artista. Motivo per il quale sono abbastanza scocciato dei giudizi che ognuno si sente in dovere di dare sul modo in cui gestisce la sua vita privata. C'é gente che rappresenta una regione intera e va a trans, c'é gente che rappresenta una nazione intera che va a entreneuse, e c'é gente che preferisce spendere i propri soldi in droga. Io li metto sullo stesso piano, ognuno spinto a comportarsi in un certo modo per propri motivi. Poi ognuno interpreti i tre casi come vuole.
Per la cronaca, riporto quì sotto l'intera intervista rilasciata da Morgan e pubblicata da Max, sperando che questo possa aiutare i tanti benpensanti del nostro Paese a capire ciò che ha detto, anziché giudicarlo per sentiti dire e vie traverse. Buona lettura.
+ L'intervista di Max giorno: "La palazzina è rosa, nascosta in una viuzza residenziale di Monza. Due piani, infissi in ottone, linee tondeggianti e aria borghese-kitsch, quasi fiabesca. Potrebbero uscirci la Barbie e Ken tenendosi per mano e non ci sarebbe nulla di cui stupirsi. Sulfureo e brianzolo, in un grande appartamento al piano terra pieno di oggetti e torpore, di buio e odor di chiuso, ci abita invece Marco Castoldi in arte Morgan. Un avvertimento per la signora delle pulizie è appeso al muro: “libri a terra e giornali in genere non sono cosa strana”. E poi foto di Anna Lou, la figlia avuta da Asia Argento, e l’intero Canto V dell’Inferno, quello dedicato ai viziosi e ai lussuriosi, stampato su una lunga pergamena appesa a una colonna.
Morgan è al centro della stanza, pronto a parlare di tutto, anche di cocaina, «che uso tutti i giorni», e del suicidio del padre. Sbattutto su un divano mezzo sfondato e pieno di macchie, suona un piccolo ukulele accompagnando una canzone di Georges Brassens, Morire per un’idea, cantanta dai Gufi. “Morire per un’idea, vabbé, ma di morte lenta, vabbé, ma di morte le-eeen-taaaaa”. Scalzo, con indosso una vestaglia scura appare vigile e intorpidito allo stesso tempo. A un tratto sembra persino sul punto di addormentarsi. Poi mi scavalca con un balzo e afferra una bottiglia da uno scaffale: «Questo è il vino della vendetta!!», annuncia, per raccontare poi che non si tratta di vino bensì di sangue e urina, che dice di aver pisciato per mesi fino a raccoglierle in questa bottiglia appartenuta a un anarchico di Milano. Un po’ Jacques Brel, un po’ Jerry Lewis, un po’ David Bowie e un po’ Rita Levi Montalcini, Morgan vive con un giovane musicista, Fabio Cinti, che dorme nella stanza di Anna Lou.
Ospitale e assonnato, mi accoglie con indosso una maglietta col volto di Cesare Pavese: «le serigrafie le faccio realizzare io, mi costano 250 euro l’una. Una collezione battezzata Eroi. Credo che le metterò in vendita». C’è quella di Antonin Artaud, di Dario Argento, di Erik Satie, di Arturo Benedetti Michelangeli, di Baudelaire: «questa la devo regalare a una tipa stasera. In questo periodo ho bisogno di essere amato».
Con X Factor alle spalle, il 6 febbraio sale sul palco del Festival di Sanremo con una canzone intitolata La sera.
«La vuoi sentire?», chiede. Appoggia l’iPhone su un amplificatore e il brano parte: un intro di carillon e poi campanelli, controfagotti, tromboni, clarinetti bassi. Un pezzo pieno di romanticismo e di streghe.

Sembra un pezzo di Umberto Bindi scritto per un film di Tim Burton.
«Davvero? Grazie». (E attacca a cantare l’inciso: Rimandare il mattino/Che il modo migliore/ consumare le ore/Facendo l’amore...).

Tempo fa avevi parlato di un progetto di “falsi d’autore”, pezzi scritti da te ricalcando lo stile di grandi musicisti del passato. Stai lavorando a questo?
«In parte. Per ora so solo che il disco sarà una cosa strana, un frattale di psichedelia del 1800, una creatura lacustre, come il mostro di Lochness. Si aprirà con un brano strumentale, alla Gershwin, intitolato Desolazione, nel senso etimologico di mancanza di sole».

Una condizione che ti si addice?
«Di giorno non riesco più a vivere. Ormai da tre anni faccio una tirata unica, da mezzanotte a mezzogiorno. La notte mi fa sprofondare e mi rende libero. Anche se contemporaneamente mi rende schiavo e mi fa ammalare. La solitudine, la distanza dagli altri. La mia è una notte, calma, non violenta, dove succede la musica. Hai presente l’Ossianesimo, Ugo Foscolo e ISepolcri? Ecco. Bello essere quasi morti».

Quando dormi, almeno dormi bene?
«Dormo sul divano. Cerco di far finta che il sonno non esista. In camera non ci vado mai. E soprattutto ho ripudiato il letto coniugale. Sono incazzato con quel letto. Ci faccio dormire gli ospiti. Putroppo la mia vita è così. Poteva andare meglio. Potevo essere ancora quello di una volta».

E com’eri “una volta”?
«Non lo so, è come se non riuscissi più a riconoscermi. Ho cassetti pieni di manoscritti che ogni tanto rileggo e penso cavolo, come scriveva bene quello là. Ma non sono più io, io quelle cose non le sento più, io non sento più nulla. Non ho stimoli, e quello che faccio lo faccio per inerzia».

Questo ragazzo che ti sei preso in casa cosa rappresenta? un fratellino, un protetto...
«Direi un allievo. Puramente una questione didattica. Sono interessato alla conoscenza per tramandarla. M’interessa il trasferimento dei dati».

Con milioni di spettatori ogni sera, X Factor è una grande opportunità per trasferire dati. Riuscirai a farne a meno?
«X Factor mi piaceva perché potevo prendermi la resposabilità di un’idea, e sfidare il pubblico con gli argomenti. Il format non impone certo di parlare della Trilogia berlinese. Facendolo, l’ho reso migliore. Ma il fatto che me ne vada, alla fine toglierà un peso di dosso a tutti. La televisione è fatta da gente cattiva. Tipo la De Filippi».

Dove vedi la cattiveria nella De Filippi?
«Cattiveria intesa come sete di potere, di numeri, di soldi e pubblicità. Un capitalismo sfrenato che ha perso di vista qualsiasi senso dell’esistere. Ha fatto cose cattive anche contro di me, lo sai? Ora che Berlusconi ha infarcito la Rai di scagnozzi, la De Filippi comanda pure lì».

Possibilità di ripensamento?
«Solo se accetteranno la mia richiesta: voglio essere sia giudice che direttore artistico. Ma credo che sia una proposta a perdere. Io sono un artista, e quindi ingestibile. Loro non vogliono artisti in mezzo ai coglioni. Loro sono gente di potere. Io invece sono potente. Uno che realizza quello che ha in testa».

Da bambino com’eri?
«Uno che non usciva molto. A dodici anni stavo in casa a leggere Leopardi e a suonare Bach e Chopin. Uno svenevole bambino prodigio».

Svenevole nel senso che svenivi?
«Sempre. Mi piaceva sballare con l’aria. Facevo respiri così profondi da provocarmi attacchi di iperventilazione, e cadevo a terra stordito. Ero fuori di testa. Come i bambini che sniffano colla, solo che io avevo capito che l’aria era gratis».

E i tuoi genitori come reagivano?
«A sei anni mi hanno fatto visitare all’Istituto Besta di Milano. Perché ero strano: per certe cose geniale, con la musica ad esempio, dove dimostravo una manualità pazzesca. Per altre sembravo completamente tonto, tipo che andavo in stand-by, immobile a fissare le cose. Alla fine è venuto fuori che avevo un quoziente intellettivo una volta e mezzo la media».

Vantaggi della scoperta?
«Che prima di raggiungere il livello degli altri posso spararmi tutte le droghe che voglio. Posso bruciarmi il cervello a cuor leggero».

Chiunque abbia lavorato con te in tv non perde occasione per raccontare le volte che ti sei presentato strafatto agli studi Rai.
Perché io sono trasparente. Questo è bello, sai? La gente parla di me perché sono aperto, e così si sentono in diritto di non rispettare la mia privacy. Gli stessi che magari tirano fuori i piatti e ci fanno le righe sopra, che si mettono la cravatta, fanno famiglia, e poi escono di notte a fare le cose strane, o s’infilano nel letto delle figlie».

Di solito succede proprio per via della coca.
«Dipende. Ladroga apre i sensi a chi li ha giàsviluppati,e lichiude agli altri.Io non uso la cocaina per lo sballo,a me lo sballo non interessa».

E per quale motivo allora?
«Come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva. Io la fumo in basi (modalità di assunzione nota come crack, ndr) perché non ho voglia di tirare su l’intonaco dalle narici. Me ne faccio di meno, ma almeno è pura».

È proprio quella pura che genera i mostri.
«Io non ho mai conosciuto nessuno che ci sta dentro come me a farsi le basi. Ti sembro uno schizzato?».

No, ma adesso non credo che tu sia fatto di crack.
«Invece sì, completamente. Ne faccio un uso quotidiano e regolare».

L’ultimo tabù: tuo padre. Perché si è ucciso?
«No, ti prego... Lasciamolo in pace... Mi dispiace tanto, poverino... è stata la depressione, problemi di soldi. Fine dello spettacolo».

Morgan è nato dopo quel colpo di pistola?
«Sicuramente è nata quel giorno la mia depressione. E anche la mia follia».
Si alza, siede al clavicembalo e inizia a improvvisare. Poi afferra una banana, mi guarda con un sorriso da gatto Silvestro e fa: «Lo sai cosa mi salva veramente? Mangio un sacco di frutta...»
". (fonte: Max. Se non ci credi leggila quì).

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01/02/10  Non mi convince... 
lunedì  Eppure ci provo 
+ La notizia del giorno: «Circa una cinquantina di promotori finanziari per Mediolanum sono indagati a Milano con ipotesi di reato di evasione fiscale. Al centro dell'inchiesta del Pm Roberto Pellicano, ci sono fatture emesse tra il 2006 e il 2008 per un ammontare complessivo di 10 milioni di euro, che sarebbero state emesse a favore dei promotori per operazioni inesistenti. L'inchiesta a carico dei promotori finanziari di Mediolanum nasce dagli accertamenti fatti sulla documentazione trovata a Giovanni Guastalla, fiduciario svizzero che risulta già indagato per riciclaggio e associazione a delinquere in uno dei filoni di inchiesta della Procura di Milano su Banca Italease. Guastalla, secondo quanto ipotizzano i magistrati, avrebbe emesso fatture per un ammontare complessivo di 10 milioni di euro a favore dei promotori finanziari di Mediolanum per operazioni inesistenti. I promotori indagati hanno in comune come commercialista Marco Baroni, il quale aveva un contratto di consulenza con Mediolanum per i suoi promotori. Del fascicolo fanno parte anche alcune fatture emesse nel 2009, queste però non sono state usate ai fini dell'iscrizione nel registro degli indagati in quanto possono ancora essere sanate con la prossima dichiarazione dei redditi. Banca Mediolanum, appreso delle notizie relative ad alcuni promotori finanziari che operano nella propria rete indagati per evasione fiscale, "deplora sin d'ora tali comportamenti" se tali notizie dovessero rivelarsi fondate. L'istituto sottolinea comunque in una nota la propria "assoluta estraneità a vicende che restano confinate nell'attività e responsabilità personale di chi le compie"» (fonte: Il Sole 24 Ore).
+ Il commento alla notizia del giorno: A prescindere da quanto pare che sia accaduto, penso che una banca senza filiali e sportelli sia un controsenso. Mettendomi dal punto di vista di un cliente, mi chiedo: se qualcosa non dovesse andar bene, o se dovessi avere qualche problema, a chi rivolgerei le mie parolacce? Ad un call center? Bah.

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